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L’ULTIMO JAMES DEAN

TAO e James Dean. Un artista indipendente al suo secondo disco e una star hollywoodiana di fama mondiale. Una coppia improbabile. Un parallelismo azzardato.

Per far luce su un titolo del genere occorre spiegare il concetto cardine dell’album: ciò che ha fatto di James Dean un mito è stata la sua necessità di mettere totalmente a nudo sé stesso in ognuno dei suoi personaggi.

Ed è la stessa scelta che ha fatto TAO in questo disco: tredici canzoni che parlano con assoluta e urgente sincerità di vita, di morte e di amore. Una produzione artistica molto calda e istintiva, curata nei colori e nelle sfumature da TAO e da Paolo Agosta. Un album impreziosito da ospiti e amici quali Alberto Fortis, Sandro Mussida, Virginio, Roberto Dell’Era e Diego Mancino.

Un disco spaccato in due, tra suoni “morriconiani” appartenenti alla memoria storica italiana e influenze anglo-americane legate alla beat generation (ma anche ai giorni nostri). Un viaggio al galoppo nei paesaggi western-spaghetti di Sergio Leone e una corsa a bordo di una Spider anni ’50 lungo un’autostrada americana senza fine.

TAO ha unito nei suoi testi il candore espressivo e l’emotività degli anni ‘60 a una ribellione esistenziale del tutto personale. Le musiche e gli arrangiamenti sono volutamente molto “filmici”, specie laddove sono presenti gli arrangiamenti orchestrali di Paolo Agosta.

“L’ultimo James Dean” esce a più di due anni di distanza da “Forlìverpool”, album di debutto che ha permesso a TAO di farsi conoscere e apprezzare. In questo lasso di tempo le dolorose vicende accadute nella vita dell’artista sono diventate la molla che lo ha spinto a registrare il disco. Le vite e gli amori persi per strada si incontrano con le vite e gli amori di questo nuovo viaggio. Insieme brillano nelle canzoni intense e passionali de “L’ultimo James Dean”.

 

 

Track list:

1. I MIEI OCCHI
2. L'ULTIMO JAMES DEAN
3. L'AMORE E' PIU' FORTE DI ME
4. NESSUNO TI AMA PER QUELLO CHE SEI
5. SE DEVO SCEGLIERE
6. SENZA ANIMA
7. MILLE ME
8. TU SEI TU
9. SPIRITO DEL ROCK
10. SARO' SEMPRE QUI
11. PADRE TI AMO
12. FORSE C'E'
13. INDISTRUTTIBILE

 

Testi e musica di TAO (V.Ziglioli)
Produzione artistica e arrangiamenti di TAO & Paolo Agosta
Arrangiamenti d’archi di Paolo Agosta
Canzoni registrate e mixate da TAO & Paolo Agosta presso Bunker Studio e K2 Studio
Finalizzazione mixaggio di Tommaso Colliva presso Adesiva Discografica Recording Studio
Supervisione tecnica di Paolo Iafelice
Mastering di Alberto Cutolo presso Massive Arts Studio
Edizioni: Poci One/Bollettino
Label: Grace Orange
Distribuzione e stampa: Self S.r.l.
Ufficio stampa: Parole e Dintorni

 

 

 

I MIEI OCCHI

Un’ eterea melodia d’archi arriva dal nulla, aumenta di intensità fino a frantumarsi contro un accordo di chitarra elettrica che fa pensare allo spazio e dà inizio al pezzo. Scrivere e cantare questa canzone è stato come camminare ubriaco sull’orlo del precipizio. Per poi ritrovarsi in un luogo dove tutto ciò che non ha più vita fisica diventa immortale. Un viaggio all’interno di due occhi, specchio di un’anima uccisa dal dolore ma più che mai viva.

 

L’ULTIMO JAMES DEAN

“Sono l’ultimo James Dean, uno che si schianterà percorrendo la corsia tra l’amore e l’anarchia”. Il riff di chitarra elettrica alla Morricone e la ritmica cavalcante esprimono bene il senso di strada (metafora di vita) e di corsa (metafora di ribellione ma anche di pericolo) che pervadono la canzone. Il bisogno di legami e il bisogno di infrangerli. La scelta consapevole e irrinunciabile del proprio kharma e di una libertà pagata al caro prezzo della solitudine.

 

L’AMORE E’ PIU’ FORTE DI ME

La prima ballata del disco non può che affrontare di petto il nemico numero uno, la causa prima della sofferenza del protagonista: l’Amore. Le sonorità beatlesiane sottolineano malinconicamente un legame che decreta un vincitore e un perdente. Desiderio di vendetta, rabbia verso stesso per non saper fermare i propri sentimenti: chi ama, apparentemente, è più debole di chi è amato. Ma l’apparenza, si sa, inganna.

 

NESSUNO TI AMA PER QUELLO CHE SEI

Ritorna il rock ‘n roll con chitarre alla Who e con un messaggio che più diretto non si può. Il giudizio della gente schiaccia la libertà di ognuno di mostrarsi nudo al mondo. Il vestito che portiamo diventa spesso l’unica cosa che “il pubblico” vuole vedere. La maschera che indossiamo rischia di diventare una prigione insopportabile. Ma per fortuna esiste sempre qualcuno che sceglie, nel bene o nel male, di amarci per quello che siamo.

 

SE DEVO SCEGLIERE

Una struggente ballata in bilico fra la vita e la morte. Un bivio estremo…non a caso le atmosfere e la canzone stessa sono un omaggio a Luigi Tenco. La delicatezza della melodia e degli arrangiamenti contrastano volutamente con la passionalità del testo e del cantato.Una vita e un amore burrascosi spingono il protagonista verso una serie di scelte estreme e opposte, verso un tormento sempre più profondo. La scelta finale, sorprendentemente ambigua, lascia libero spazio all’interpretazione…

 

SENZA ANIMA

L’inizio del pezzo non lascia dubbi, tra poco avrà luogo un duello all’ultimo sangue in uno scenario western alla Sergio Leone! L’amante abbandonato avvisa il rivale, che lo ha ormai rimpiazzato, dell’amara realtà: la donna è un essere senz’ anima. L’arrangiamento d’archi è drammatico, la batteria incede maestosa come un esercito armato fino ai denti, la tromba emette il grido disperato di battaglia di un uomo privato della sua dignità…e della sua anima.

 

MILLE ME

Siamo esseri umani. Siamo fatti di opposti, spesso in conflitto fra loro: ruoli contraddittori imposti da una società in via d’esplosione, dove viene detto tutto e il contrario di tutto. Il tema centrale è la guerra tra i mille individui dentro di noi, tra ciò che è bene (e spesso ci annoia) e ciò che è male (ma spesso ci eccita). Il selvaggio arpeggio di chitarra elettrica a 12 corde e l’ossessivo organo hammond segnano l’inizio e la fine di quest’eterna battaglia.

 

TU SEI TU

Questa intensa ballata rappresenta il contraltare in chiave acustica di “Mille Me”. Ciò che affascina e che suscita l’amore del protagonista è l’intregrità della persona amata, la sua interezza. Anche in questo caso, l’oggetto del desiderio è una figura in grado di provocare forti passioni, sentimenti di amore e di odio. Una figura che mette a nudo la fragilità di chi ne canta la bellezza. Lo spunto per questa canzone arriva direttamente dai tre capolavori interpretati da James Dean…

 

SPIRITO DEL ROCK

Questa preghiera al grande Spirito del Rock esprime a chiare lettere che per chi ha scritto questa canzone la Musica è vita ed il Rock ‘n’ roll ne è la manifestazione più genuina. Chitarre seventies a tutto spiano e una batteria potente vecchia scuola sono il pavimento su cui poggia il piano suonato da Alberto Fortis, col quale TAO ha suonato in tour negli ultimi due anni. Alberto regala inoltre la sua voce nello special e nel finale, duettando con TAO e dando al pezzo un’energia incontenibile.

 

SARO’ SEMPRE QUI

Un cambio completo di sonorità rispetto alla canzone precedente segna l’inizio della parte finale dell’album. Il richiamo agli anni ’60 di Mina, Paoli e Tenco è potente: l’arrangiamento d’archi ad opera di Paolo Agosta, di forte sapore morriconiano, è struggente e diventa un tutt’uno con la melodia della voce, rafforzandone la drammaticità. L’interpretazione vocale è quasi sussurrata, come se la canzone fosse una ninna nanna rivolta a un bambino: anche se non potrai più vedermi né toccarmi, io sarò sempre accanto a te.

 

PADRE TI AMO

“Padre ti amo” suona quasi come una bestemmia: un figlio maschio non deve dire “ti amo” a suo padre. Al massimo “ti voglio bene” ma non “ti amo”. Niente di più assurdo. La figura del padre conta ancora qualcosa oggi? Forse un padre non ha diritto ad essere ripagato di tutto l’amore che ha saputo dare a suo figlio? Questo è il momento più drammatico del disco: la Vita, la Morte e l’Amore diventano una cosa sola. E questa canzone è il grido disperato di un figlio che solo mentre vede morire suo padre trova il coraggio di dirgli “ti amo”.

 

FORSE C’E’

Una canzone sull’egocentrismo, che rende sordi e ciechi anche nei confronti di chi ci ama da sempre. Un’altra canzone su un rapporto padre-figlio difficile, fatto di orgoglio e incomprensioni. Un uomo parte e l’altro resta. Apparentemente lo sconfitto è colui che parte, in realtà è chi resta che ha il fardello più grande: rimorsi e rimpianti esplodono in un coro finale gospel/blues che vede coinvolti, fra gli altri, Roberto Dellera, Diego Mancino, Paolo Agosta e al piano Sandro Mussida.

 

INDISTRUTTIBILE

L’ultima canzone del disco è una sorta di ipnotica auto ninna-nanna. Una chitarra acustica, una dodici corde suonata come un mandolino e due voci in stile Simon & Garfunkel. E’ tutto ciò che serve per abbandonarsi alle cose semplici della vita, che non costano nulla: i desideri, i sogni e i ricordi. Il rapporto con la natura è il rapporto con la vita stessa, un legame simboleggiato dall’abbraccio materno finale. Il cerchio si chiude, tutto finisce laddove è cominciato.